DIGA DEL VAJONT / ERTO AND CASSO
La Diga del Vajont
Nella valle del Monte Toc si trova la Diga del Vajont. Questa diga, alta 262 metri, è la quinta più alta del mondo. La Diga del Vajont si trova nel comune di Erto, a circa 50 km da Vittorio Veneto. Erto si trova nel territorio del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. La costruzione della diga, avvenuta tra il 1956 e il 1961, ha creato un grande bacino artificiale. L’intenzione era quella di utilizzare l’acqua del bacino per produrre energia. Tuttavia, le cose andarono in modo completamente diverso.
La frana che ha causato un disastro
Nel 1959 furono osservate diverse frane quando si voleva costruire una strada lungo il Monte Toc. Dopo un’indagine, diversi esperti affermarono che l’intero fianco del Monte Toc era instabile e avrebbe potuto crollare nel lago una volta completato il riempimento del lago artificiale. Tuttavia, i progettisti della società elettrica SADE ignorarono i risultati dello studio. Due anni dopo la costruzione della diga, la notte del 9 ottobre 1963, una frana scatenò un’enorme onda anomala che travolse il bordo della diga. L’onda anomala spazzò via completamente i villaggi più vicini, coprendoli con uno spesso strato di fango. Il disastro uccise più di 2.000 persone. Da allora il bacino non è più stato utilizzato. Oggi è possibile visitare quest’area e ci sono visite guidate alla diga.
Un articolo originale di giornale italiano
LA FRANA DELLA DIGA DEL VAJON Vajont 9 ottobre 1963 ore 22.45
“Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua traboccata sulla tovaglia”.
Tutto qui.
Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna e di sotto sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.
(D:BUZZATI, Corriere della Sera venerdì 11 ottobre 1963, p. 3).
Un'enorme massa di roccia
La frana che si è staccata dalle pendici settentrionali del Monte Toc è stata imponente, con un fronte di oltre due chilometri, una larghezza di almeno 500 metri e un’altezza di circa 250 metri. Oltre 270 milioni di metri cubi di roccia e detriti sono stati trasportati a valle. Paragonabile a una superficie di 2.000 campi da calcio e a circa 25 volte l’altezza del campanile di San Marco. Quando si inizia a sgomberare questa massa con 100 camion, il livello dei detriti scende di 1 mm al giorno e ci vogliono più di 7 secoli per sgomberarli tutti.
Oltre alle sue enormi dimensioni, la frana aveva anche una velocità molto elevata, circa 100 km/ora. In pochi secondi, la frana ha raggiunto il versante opposto, distante più di 100 metri. Gli abitanti della valle erano senza speranza e la valle fu completamente riempita di detriti e cambiata per sempre.
Le onde anomale
Al momento del disastro, l’acqua del bacino aveva un’altezza di 240 metri e il lago era pieno per circa un terzo. La forza della frana ha provocato due onde: una a monte, che ha travolto i villaggi lungo le sponde del lago, e una a valle. La seconda onda ha inghiottito il muro della diga e si è innalzata sopra di esso fino a colpire le case più basse del villaggio di Casso, 240 metri sopra la diga. Poi questa onda anomala si è riversata nello stretto canyon del Vajont, con velocità e forza crescenti. All’uscita del canyon, la massa d’acqua, alta 70 metri, si è riversata nella Valle del Piave a una velocità di circa 96 km/ora. In questo modo, la città di Longarone e diversi villaggi vicini furono distrutti. Il disastro, avvenuto in meno di cinque minuti, ha provocato 2018 vittime.
487 VITTIME ERANO BAMBINI SOTTO I 15 ANNI
Per ricordare la tragedia è stato istituito il Museo del Vajont, visitabile presso il centro visitatori del parco naturale. Lì si potrà percorrere un tratto della diga e osservare l’impressionante paesaggio della frana del Monte Toc e della sottostante valle di Longarone.
ERTO E CASSO
Erto e Casso sono due borghi da visitare assolutamente quando si visita il Friuli Venezia Giulia. Non solo per il loro fascino artistico e naturale, ma soprattutto per la triste storia della zona. Si tratta di due paesi distinti che formano un unico comune. Si trovano ai lati della frana del Monte Toc.
Vi consiglio di iniziare con una passeggiata a CASSO, il paese più bello (almeno per me).
Un bivio ben segnalato conduce a Casso, in alto sul versante settentrionale della valle.
Grazie alla sua posizione, il paese è stato meno colpito dalla frana rispetto a Erto. Casso è quindi meglio conservato. A Casso si nota la tipica costruzione delle case. Le caratteristiche case a torre in pietra (monumento nazionale dal 1976) sono davvero affascinanti e meritano una passeggiata.
Per gli amanti della natura e delle escursioni, la zona offre numerosi itinerari nella splendida cornice delle Dolomiti friulane.
Erto è anche sede di un centro di arrampicata molto noto a livello internazionale.
Una visita a Erto vi porterà sicuramente indietro nel tempo. Qui sembra che il tempo si sia fermato. Il silenzio è quasi assordante. È inimmaginabile che il villaggio sia ancora intatto. Se solo i muri potessero parlare.